Due amare sentenze sono arrivate in questi giorni, quella sulla discarica di Bussi, a Chieti, e quella sulla fabbrica Marlane, a Praia a Mare.
Due storie simili, fatte di inquinamento, di malattia e di morte, ma anche di lotte e di ribellione.
Due storie in cui due processi fortemente voluto dai comitati e dalle popolazioni locali hanno acceso i riflettori su due disastri ambientali e sulle responsabilità dei dirigenti di Montedison e Marlane. Innocenti, per I giudici di Cosenza, i 12 imputati per disastro ambientale e omicidio colposo legati all'attività della fabbrica di tessuti Marlane, nonostante le 107 morti accertate e, in qualche modo, riconosciute anche dal proprietario della fabbrica, Pietro Marzotto, che un anno fà aveva risarcito con un indennizzo pecuniario i familiari delle vittime.
Assolti invece gli imputati di Bussi dall'accusa di avvelenamento, salvati dalla prescrizione per l'accusa di omicidio colposo.
Fatto sta che, in entrambi i casi, i morti ci sono, così come l'avvelenamento della terra e delle falde acquifere, tant'è che a valle della discarica di Bussi nel 2007 furono chiusi i pozzi proprio a causa dell'avvelenamento delle acque certificato dall'Istituto Superiore di Sanità.
E' pesante lo schiaffo per le vittime, i loro familiari e, in generale, le comunità locali.
E' evidente come il diritto penale, nel nostro Paese, non sia attualmente in grado di garantire la giustizia ambientale né di far rispettare il principio comunitario del “chi inquina paga”. In entrambi i casi è infatti conclamato che saranno necessarie delle bonifiche, per le quali queste sentenze non aiutano a far pagare le aziende (non saranno però chiamate a pagare. le imprese private collegate all'attività inquinante)
Una tendenza che viene confermata anche dai provvedimenti contenuti nello Sblocca Italia, per questo duramente contestati in primis da quei territori che pagano sulla propria pelle le conseguenze di un modello di sviluppo attento solo ai profitti.
Il Forum dei Movimenti per l'Acqua rinnova quindi il proprio impegno a sostegno di tutte le comunità locali impegnate nella difesa della terra, dell'acqua e della salute.
Lotte che nessun tribunale potrà arrestare!