La politica vuole veramente mantenere pubblica la gestione dell’ACQUA
Il Comitato Acqua Pubblica, lecchese e nazionale, non è un partito o un movimento politico
È una libera associazione di cittadini che credono nell’Acqua Pubblica, e in genere nei Beni Comuni, che deve essere gestito nella logica di un servizio garantito a tutti fuori da ogni e qualsiasi logica di mercato e di profitto
Il Servizio Idrico non è un SERVIZIO PUBBLICO LOCALE DI RILEVANZA ECONOMICA, èsolo un SERVIZIO PUBBLICO nell’interesse di tutti i cittadini
Questo è quello che ha voluto il 51,26% degli italiani. Chi vorrebbe cambiare è espressione del 21,98%, tale è la maggioranza che, oggi, sostiene il Governo di Matteo Renzi.
Una strana vicenda quella del Servizio Idrico Integrato (SII).
Quasi tutti i protagonisti politici, nazionali e locali, si sono dichiarati contro la privatizzazione del servizio fiancheggiando i promotori del referendum, il Comitato Acqua Pubblica, nella campagna referendaria
Il PD nazionale, con numerose contraddizioni interne e la partecipazione ad un Governo privatizzatore, quello di Mario Monti, ha affrontato la campagna elettorale 2013 con il programma “L’ITALIA GIUSTA” che nel capitolo BENI COMUNI, tra l’altro afferma:
“Per noi salute, istruzione, sicurezza, ambiente, sono campi dove, in via di principio, non deve esserci il povero né il ricco. Perché sono beni indisponibili alla pura logica del mercato e dei profitti. Sono beni comuni di tutti e di ciascuno e definiscono il grado di civiltà e democrazia del Paese.
I referendum del 2011 hanno affermato il principio dell’acqua come bene non privatizzabile. L’energia, il patrimonio culturale e del paesaggio, le infrastrutture dello sviluppo sostenibile, la rete dei servizi di welfare e formazione, sono beni che devono vivere in un quadro di programmazione, regolazione e controllo sulla qualità delle prestazioni.
Per tutto questo, introdurremo normative che definiscano i parametri della gestione pubblica o, in alternativa, i compiti delle autorità di controllo a tutela delle finalità pubbliche dei servizi. In ogni caso non può venir meno una responsabilità pubblica dei cicli e dei processi, che garantisca l’universalità di accesso e la sostenibilità nel lungo periodo.
La difesa dei beni comuni è la risposta che la politica deve a un bisogno di comunità che è tornato a manifestarsi anche tra noi. I referendum della primavera del 2011 ne sono stati un’espressione fondamentale. È tramontata l’idea che la privatizzazione e l’assenza di regole siano sempre e comunque la ricetta giusta.”
Sulla base degli impegni programmatici gli elettori hanno conferito il mandato al PD, con altri, di governare il Paese. Enrico Letta, sostenitore del referendum, e Matteo Renzi, che ha dichiarato di essere contrario all’acqua pubblica, hanno, con le leggi, creato solo ostacoli al mantenimento dell’acqua nell’ambito pubblico
Il programma elettorale del PD, ancora una volta, è solo un documento senza valore che inganna gli elettori con promesse che, a priori, si sa che non saranno rispettate. La dichiarazione di Matteo Renzi, nel giugno 2011, prima del referendum è chiara: “Io sostengo quello che il Pd sosteneva nel 2006 e Bersani fino a sei mesi fa, sono gli altri che cambiano idea.”
Che cosa possiamo aspettarci da un Presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico che, per sua dichiarazione, è convinto privatizzatore? (1° interrogativo)
Il Servizio Idrico Integrato (SII) in provincia di Lecco
Tutto questo è quanto sta succedendo in Provincia di Lecco. I Sindaci del PD, in particolare, si dichiarano contro la privatizzazione ma, alla prova dei fatti, sono perfettamente in linea con l’indirizzo nazionale del Partito
Perché Fragomeli, sostenitore del Referendum 2011 contro la privatizzazione dell’acqua, non propone un emendamento che toglie il Servizio Idrico dai Servizi Pubblici Locali a Rilevanza Economica, in questo modo non si avrebbe più nessun rischio di privatizzazione? (2° interrogativo)
No, l’On. Fragomeli opta per un emendamento, peraltro maldestro, con il quale vorrebbe rafforzare il concetto della rilevanza economica del Servizio. E coerente? (3° interrogativo) (per evitare equivoci si precisa che la coerenza non è riferita alla persona ma ai fatti)
Che cosa è successo?
- Nell’ottobre 2010 il servizio è affidato temporaneamente a Idrolario senza dotarla però delle necessarie strutture e risorse. Questo costringe la società a gestire il servizio mediante appalti con altre società e, per la parte maggiore, con Lario Reti Holding (LRH). Anche la fornitura di energia elettrica (ca. 10mioni di euro) a Idrolario è fatta da LRH, senza che la stessa sia autorizzata alla cessione di energia elettrica, e senza verifica sul mercato della possibilità di acquisto a prezzi inferiori. L’affidamento, peraltro, viene effettuato con modalità non conformi alla legge (art. 153 d.lgs. 152/2006). Perché? (4° interrogativo) Quanto è costato in più il servizio e quanto ha influito sull’aumento delle tariffe? (5° interrogativo) Quanto ha concorso questa modalità di affidamento sull’indebitamento di Idrolario? (6° interrogativo)
La Corte dei Conti ha indicato questi fatti come una delle principali criticità della situazione fortemente passiva di Idrolario. - Se una società, Idrolario, ha un debito di 24milioni di euro nei confronti di una società, Idroservice, indirettamente partecipata, di fatto, dagli stessi Comuni soci della prima, esiste il debito ed il credito? (7° interrogativo)Se uno stesso soggetto è debitore e creditore, esiste il debito? (8° interrogativo)
- Fare utili con una società di Comuni e perdere con una società degli stessi Comuni per gestire lo stesso servizio, è logico? (9° interrogativo) Non sono gli stessi cittadini che guadagnano e perdono? (10° interrogativo)
- 28 ottobre 2013. il Consiglio Provinciale delibera l’affidamento del Servizio Idrico a Idroservice, società interamente posseduta da LRH) a condizione che la stessa esca da LRH e che sia partecipata direttamente dai Comuni prima dell’affidamento. Come mai alla data odierna non è ancora stato avviato il processo di fuoriuscita di Idroservice, come lo steso Advisor della Provincia, Dott.ssa Diomira Cretti ha evidenziato nel corso dell’Assemblea dei Comuni del 03.11.2014? (11° interrogativo)
- L’08.11.2013 viene nominato il nuovo Amministratore Unico di Idrolario che dopo pochi giorni rinuncia all’affidamento del servizio senza preventivamente convocare una Assemblea dei Soci, come vuole lo Statuto della società essendo di competenza dell’Assemblea e non dell’Amministratore la rinuncia all’affidamento. Perché viene assunta, in fretta e furia, un’iniziativa di grande significato e importanza per la società senza convocare l’Assemblea e senza nemmeno consultarsi con il Collegio Sindacale. (12° interrogativo) Forse perché si temeva che la rinuncia dell’affidamento potesse non essere deliberata dai Soci? (13° interrogativo) Forse perché questo ha fatto scattare l’emergenza ed il rischio di interruzione di pubblico servizio, costringendo il Consiglio Provinciale ad affidare il servizio a Idroservice pur in assenza dei requisiti previsti? (14° interrogativo)
- Come mai nella relazione sulla gestione del bilancio consolidato, l’amministratore non precisa che l’affidamento del servizio a Idroservice è temporaneo, sino al 31.12.2014, per superare l’emergenza dovuta alla rinuncia di Idrolario e subordinato alla fuoriuscita di Idroservice da LRH)? (15° interrogativo)
È un caso o il tutto è stato organizzato per aggirare la delibera del Consiglio Provinciale e mantenere Idroservice, e con essa il servizio idrico nell’ambito di un gruppo gestito nella logica economica, industriale e, soprattutto, finanziaria? (16° interrogativo) - Lario Reti Holding e il suo gruppo, sono funzionali alla riorganizzazione e alla ottimizzazione del Servizio Idrico Integrato? (17° interrogativo) Un gruppo che, nel 2013, realizza € 19.976.684 di utile, versa € 7.985.439 di imposte e fa investimenti per € 6.249.000 di cui € 5.495.250, ha una funzione sociale o una vocazione commerciale? (17° interrogativo) Partecipare ad una gara per acquisire, con altre società forse anche private, il 25% di una società che vende gas, spendendo 3mln di euro, in un territorio estraneo alla provincia lecchese e acquisire una partecipazione in una società a capitale prevalentemente privato (tra i soci ci sono A2A e la Banca Popolare di Sondrio) in provincia di Sondrio, è strumentale all’attività istituzionale dei Soci di LRH? (18° interrogativo) La partecipazione nella società di Sondrio è stata acquisita con scambio di partecipazione. Attualmente Acel Service è partecipata da una società privata. Ma non si era sempre detto che le società del gruppo LRH non possono essere partecipate da privati? (19° interrogativo)
- Assemblea Idrolario del 2 ottobre scorso. Alcuni Comuni hanno votato contro la proposta di cessione del ramo d’azienda per questioni di metodo perché non si è consentito di raccogliere la preventiva, dovuta ex art. 42 TUEL, delibera del Consiglio Comunale. Non si vuole, forse, informare i consiglieri comunali? (20° interrogativo) Il Comune è una proprietà dei Sindaci o il luogo dove democraticamente si assumono le delibere necessarie al suo governo? (21° interrogativo)
- La cessione del ramo d’azienda di Idrolario comprende beni che lo statuto della stessa dichiara incedibili; non si sarebbe dovuto almeno cambiare lo statuto prima di procedere con la cessione? (22° interrogativo) Perché si procede sempre senza rispettare le regole, cioè la legge e gli statuti? ((23° interrogativo)
- Siamo ai nostri giorni con tutte le contraddizioni, falsità, negazioni dell’evidenza, disconoscimenti di norme specifiche, interpretazioni strambe, pur di realizzare l’obiettivo di mantenere integro il gruppo con al suo interno anche il Servizio Idrico. Perché? (24° interrogativo) Qualcuno ha in mente fusioni con altre società magari private? (25° interrogativo) Se tutti siamo contrari alla privatizzazione dell’acqua, bene comune, e il primo livello, proprio per la partecipazione diretta dei Comuni, ne è la forma più garantista, con l’Azienda Speciale, perché percorrere altre strade che sono incerte e che potrebbero facilitare l’ingresso dei privati? (26° interrogativo) È una questione di fattibilità economica e finanziaria? Questa volta rispondiamo noi all’interrogativo. Assolutamente no.
- Il debito Idrolario non esiste perché non esiste il credito Idroservice trattandosi i creditori e debitori, di fatto gli stessi Enti Locali. La fusione di Idroservice in Idrolario trasformerebbe il fabbisogno finanziario di quest’ultima di ca. 19mln di euro in una disponibilità di oltre 1mln di euro, consentendo di finanziare gli investimenti in periodi lunghi con la quota destinata della tariffa e ridurrebbe drasticamente il credito IVA.
- LRH non realizzerà più utili dalla gestione del SII e questo migliorerebbe la gestione economica senza dover ricorrere a continui aumenti tariffari
Conclusioni
26 interrogativi sono troppi per una vicenda che sembra non voler trovare soluzione
Probabilmente nonsivuole trovare una soluzione perchésivuoleprivatizzare il Servizio Idrico Integrato (l’ACQUA) nonostante le continue e ripetute dichiarazioni contrarie
A nostro giudizio l’affidamento in house continua ad essere possibile solo ad una società di 1° livello, cioè partecipata direttamente dagli Enti Locali. Anche l’emendamento Fragomeli non cambia la situazione
Continuano a valere le direttive europee che impediscono ad una società con evidente vocazione commerciale e finanziaria e che non consente l’esercizio di un reale controllo analogo, anche per incapacità della maggior parte dei sindaci
Ci rendiamo conto della complessità della materia, ma abbiamo ritenuto necessario restare sul piano tecnico perché è il modo per contrastare chi non informa la maggior parte dei Sindaci demandando al partito il centro decisionale
Gli italiani hanno voluto escludere l’acqua dalla logica di mercato e del profitto, anche abrogando la remunerazione del capitale investito. Purtroppo, il trasferimento di risorse attraverso costi non strettamente correlati al SII produce profitti a favore di una società terza, il gruppo LRH
Nel 2013, Idroservice, esecutrice del servizio per conto di Idrolario, ha trasferito € 2.229.500 alla controllante per non meglio identificati servizi ed ha realizzato un utile ante imposte di € 513.219. Nel 1° semestre 2014 Idroservice, gestore diretto temporaneo del servizio, ha trasferito € 1.772.000 a LRH ed ha realizzato un utile ante interessi attivi e imposte di € 434.000
Idroservice, però, nel 1° semestre 2014 non ha fatto investimenti sul settore idrico
È il tipico atteggiamento di un gestore privato che finalizza la gestione al profitto anche sacrificando la qualità del servizio
Il Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni ha tenacemente svolto un ruolo non marginale in una sola logica: salvaguardare l’esito referendario e l’acqua pubblica. L’acqua, oltre che bene naturale e comune, è un emblema perché la vittoria dei “privatizzatori”, dichiarati o no, mette a grave rischio le regole democratiche del nostro Paese. È diventato normale disattendere gli esiti referendari, anche dai politici che li hanno sostenuti, ignorare le leggi e, ancora più grave ignorare la Costituzione
Il Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni si rende disponibile ad un confronto con i cittadini, riuniti in gruppi, per questioni logistiche, e con consiglieri comunali, che sono stati esclusi dal dibattito laddove, i sindaci, non hanno coinvolto i consigli comunali.