Sul comunicato del segretario della federazione provinciale del PD Fausto Crimella, di alcuni giorni fa, relativo allaproroga dell’affidamento del servizio idrico provinciale ad Idroservice, apparso su vari media locali non si può che rimanere basiti nel costatare quanto si riesca a rigirar la frittata da parte di alcuni (non è l’unico).
Nel testo si evidenzia, non senza enfasi, uno sperticato quanto interessato ringraziamento per tutto quanto l’onorevole Fragomeli starebbe facendo per il nostro Territorio (sic!) presentando un emendamento alla legge di stabilità che, se venisse approvato, riaprirebbe soluzioni alternative oggi precluse…”. Così facendo i vertici del PD locale sembrano voler abbandonare il “doppiogiochismo” di un recente passato (questo appare nitidamente ora), quando avevano in qualche modo preso le distanze da alcuni sindaci “falchi” pro-Idroservice. Così facendo si allineano al seguito del “carrozzone” LRH e sodali, gettando definitivamente la maschera.
A nostro parere, questo è il modo di far politica che produce disaffezione sempre più crescente nei cittadini e lasciamo a loro le debite considerazioni. Ma nel comunicato si arriva addirittura a sostenere: “Non ci preoccupano gli attacchi inutili e strumentali da parte di qualcuno che, probabilmente, non si rende conto (o forse si?) che continuando ad assumere posizioni ostinatamente polemiche rischia di minare il mantenimento del servizio idrico integrato in affidamento ad una società interamente pubblica e controllata dai Comuni stessi. Il Pd e le amministrazioni civiche della provincia di Lecco, invece, sanno bene che la sincera finalità comune, da tutti loro perseguita, è proprio quella di assicurare che l’acqua, bene comune, resti in mano pubblica”. A chi si vuole riferire obliquamente Crimella? Ai sindaci contrari, al nostro comitato, ai cittadini sempre più numerosi che “stannoaprendo gli occhi” su di un sistema di potere e di lobbies consolidato che gravita attorno a LRH caratterizzato daalchimie societarie, finanziarie e spregiudicatamente commerciali quanto gestionalmente edeconomicamente incongrue?
A chi vorrebbe tentare strumentalmente di affibbiare la responsabilità di una eventuale gara, attraverso una subdola strategia mediatica tesa a rovesciare le parti?
Il gioco noi lo stiamo costatando da tempo ed invitiamo sindaci, amministratori e tutti i cittadini provinciali a ben comprenderne le mosse! Di fronte a reiterati quanto costosi pronunciamenti di vari consulenti, peraltro da loro stessi attivati, che evidenziavano a più riprese l’irregolarità del percorso pro-Idroservice, in presenza di un accertamento in corso della Corte dei Conti che prevedere critico è poco, avevano a disposizione un percorso alternativo redatto dal Comune di Merate ma lor signori non si sono nemmeno degnati di “concedere” un reale approfondimento né tantomeno un pronunciamento, preferendo “menar il can per l’aia”, alla faccia dei loro conclamati quanto pretestuosi richiami mediatici alla tempestività.
Adesso, a fronte delle loro ripetute e volute varie inerzie e giochini tattici, arrivano addirittura a ribaltare la responsabilità di tutto quanto da loro strumentalmente prodotto, compresa l’ipotesi di gara che molti di coloro che stanno da tempo seguendo questa intricata vicenda considerano il vero loro obiettivo.
Contro tutto ciò sindaci e consiglieri di tutta la Provincia sono di fronte ad un’occasione irripetibile per offrire a tutti i loro cittadini una prova di inequivocabile “emancipazione” dalle logiche di appartenenza partiticaanteponendo a queste il rispetto delle norme, il primato dei problemi locali, la traduzione concreta delrisultato referendario in tema idrico ed il vero interesse collettivo.
L’ennesima riduzione di un problema di democrazia effettiva, di visione politica “qualificata” sui servizi d’interesse generale in tema di Beni Comuni Primari, di razionalità ed efficienza gestionale e di partecipazione consapevole, a puro oggetto di diatriba partitica o “campanilistica”, da qualunque parte provenga, sarebbe il più brutto colpo al bisogno dei Cittadini di credere in una democrazia del cambiamento e della rigenerazione partecipativa.
PERCHE’ SI SCRIVE ACQUA MA SI LEGGE DEMOCRAZIA!