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economia - che cos'è l'economia?

Che cos'è l'economia?

I vari dizionari, ad esempio Treccani, definiscono l'economia in diversi modi:
    • uso razionale del denaro e di qualsiasi mezzo limitato, che mira a ottenere il massimo vantaggio a parità di dispendio o lo stesso risultato col minimo dispendio;
    • complesso delle risorse [terre, materie prime, energie naturali, impianti, capitali liquidi, capacità lavorative] e delle attività dirette alla loro utilizzazione, di una regione, di uno stato, di un continente, del mondo intero;
    • nel linguaggio economico e sociale, particolare tipo di sistema economico (determinato da opportune specificazioni], soprattutto per ciò che concerne l’organizzazione della produzione e la distribuzione delle ricchezze;
    • la scienza, sviluppatasi a partire dal sec. 16° in diverse scuole e teorie, che può essere in generale definita come lo studio delle leggi che regolano la produzione, la distribuzione e il consumo delle merci, con riguardo sia all'attività del singolo agente economico, sia al più generale assetto sociale di uno stato, di una collettività nazionale: in quest’ultimo senso è più comunemente e tradizionalmente denominata economia politica, in quanto, soprattutto fino al sec. 19°, considerava congiuntamente il movimento delle categorie economiche e il comportamento politico delle diverse classi sociali.

cover book bernard marisBernard Maris [1], nelle conclusioni della "Lettera Aperta ai guru dell’economia che ci prendono per imbecilli", ne da un diversa definzione.
"Se l'economia è la scienza del mercato, non serve a nulla, è risaputo da molto tempo (da Keynes[2]) ed ora se ne ha la conferma con l’ultras degli economisti ortodossi (Gérard Debreu [3]).
Se l'economia è la scienza che predice il futuro politico, la più grande economista è Madame Soleil [4].
Se l'economia è la scienza che parla solo di "fiducia”, allora il più grande economista è Freud [5].
Se l'economia parla solo di "trasparenza", i più grandi economisti sono i contabili, gli agenti di polizia, i doganieri o i giudici.
Se l'economia è una religione, allora Camdessus [6] può essere il suo grande predicatore, ma il miglior economista è Giovanni Paolo II.
Se l'economia è solo film e pettegolezzi, molti giornalisti possono vincere la Palma d'oro....omissis...
A che cosa serviranno gli economisti, diremo allora tra cento anni? A far ridere la gente."


Ma, allora, che cos'è l'economia? questa strana cosa che sta, comunque, dettando le regole per il governo del Paese ma anche di tutto il mondo?

Questa parola che politici e giornalisti citano, solo in rarissimi casi, con riferimenti appropriati e cognizione, ma normalmente con tante parole prive di significato.

Che sia solo un grande inganno utile per confondere e per incutere soggezione nelle persone che, non capendo, attribuiscono qualità e capacità che ne i giornalisti e, tanto meno, i politici, possiedono?

Se l'economia è l'uso razionale del denaro, certamente i migliori economisti li troviamo nelle famiglie che, con grosse difficoltà, devono cercare di arrivare alla fine del mese.

L'economia non è una scienza. La scienza è studio e ricerca per obiettivi e fini precisi ma, sopratutto, comuni, l'economia ha solo obiettivi e fini per favorire la concentrazione dei redditi e della ricchezza..

Quando la scienza risolve un problema, lo fa nell'interesse e tutela di tutti. Nella medicina quando viene trovato un vaccino contro un virus, l'utilità è curare e guarire tutti, senza alcuna distinzione. In economia le teorie e gli atti danno vantaggi a qualcuno e creano danni ad altri. Normalmente l'economia aumenta la ricchezza dei ricchi e la povertà dei poveri, dei più deboli.

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La tabella è esemplificativa e conferma la teoria che la riduzione del reddito della fascia di persone, primo decile, corrispondente al 10% della popolazione con redditi più bassi trova riscontro nell'incremento dei redditi della fascia di persone, decimo decile, con redditi più alti e conseguente incremento della concentrazione degli stessi, come rileva l'indice "Gini" [7]  che è il più alto d'Europa ed in controtendenza rispetto al resto dei Paesi Europei poiché in aumento. Lo stesso effetto si riscontra anche nella fascia di persone sino al 50% della popolazione - indice progressivo - che realizza un quarto del reddito complessivo, esattamente come il 10% più ricco, ultimo decile. Non sono opinioni sono i dati che Eurostat [8] mette a disposizione.

Sono gli effetti che la "scienza" economica crea mentre la sua funzione dovrebbe essere quella di ridurli poiché, solo in questo modo, con la crescita del benessere sociale ed economico generale, può crescere il sistema e tutta la società. L'economia finanziaria, la responsabile delle ingiustizie, ritiene, al contrario, che solo i sacrifici delle persone, i cittadini, creano il benessere. E' vero? forse, ma solo se per benessere generale si intende la ricchezza di pochi.

L'economia dovrebbe partire nella valutazione della situazione e delle sue prospettive da una considerazione, sempre ignorata ma reale, che tutto il sistema finanziario, quello che impropriamente, oggi, è diventato mercato, ha la sua base e fondamento nel debito nei confronti dei piccoli risparmiatori che individualmente possiedono somme modeste ma che, essendo la maggior parte della popolazione, ne detiene una somma importante.

Quando le banche, e gli economisti con loro, parlano di raccolta, come se fosse una ricchezza, si riferiscono al debito che hanno nei confronti dei risparmiatori che affidano ad esse i loro risparmi, frutto di sacrifici in anni di lavoro o  o della liquidazione di fine lavoro, per una oculata custodia e, magari, per un equa remunerazione che di fatto, oggi, è scomparsa.

Se, però, le banche falliscono, come è successo in tempi recenti, chi si è arricchito non perde la ricchezza accumulata, perdono solo i creditori, cioè i risparmiatori.

Questo, peraltro, è il meccanismo che favorisce la concentrazione della ricchezza, frutto di una iniqua distribuzione dei redditi. 

primaride wealtyh 2019 credit suisse
la distribuzione della ricchezza nel mondo nel 2021
fonte: Credit Suisse
cliccare sull'immagine per ingrandire

L'ingiustizia creata dall'economia finanziaria è ancor più evidente con la piramide di distribuzione della ricchezza (vedi immagine). Non è più accettabile che lo 1,2% della popolazione detenga il 47,8% della ricchezza mondiale mentre il 53,2% ne detenga l'1,1% o l'87% ne detenga il 14,1%. Non è solo un ingiustizia economica, è un ingiustizia sociale e umana, è una questione etica che deve essere rimossa. Non si vuole negare l'importanza dell'iniziativa privata, si vuole, contro ogni liberismo, che lo Stato riprenda il proprio ruolo di controllo e regolazione del mercato come vuole l'art. 41 della nostra Costituzione.

Anche l'economia, pur non essendo una scienza, ha le sue regole e leggi. I crediti di qualcuno sono debiti per qualcun altro, o il contrario, come un utile di qualcuno è una perdita per qualcun altro. Queste regole e leggi sono all'origine di problemi ed è proprio la teorizzazione delle soluzioni che non funziona e, quindi, non è una scienza.

L'uso razionale del denaro consente, per effetto delle teorie economiche, l'ottenimento, con un minimo dispendio, del massimo risultato, cioè il massimo profitto, che è,  però, possibile solo per chi il denaro lo possiede, e ne possiede tanto. Chi vive del proprio lavoro con uno stipendio fisso, ha una sola possibilità di scelta, quella del risparmio e dei sacrifici che, il più delle volte sono anche irrazionali.

Facciamo un esempio con un servizio pubblico che rappresenta un diritto fondamentale ed essenziale per la vita umana e per la soddisfazione di un bisogno primario, cioè l'acqua.. Quando il gestore del servizio idrico realizza, con l'erogazione dell'acqua, profitti consistenti, la tariffa aumenta e gli utenti devono pagare bollette più care. Ovviamente il sacrificio per il maggior costo è maggiore per le persone che si trovano nella fascia di reddito più bassa mentre, per chi gode di redditi elevati, il maggior costo è ininfluente e irrilevante. Non è un caso che spesso si sente dire che il maggior costo, in fondo, è solo di qualche decina di euro. Qualche decina di euro per chi vive in povertà assoluta o vicino alla soglia di povertà sono tanti, al contrario per chi gode di redditi mensili di diverse migliaia di euro.

Quando gli economisti teorizzano e sostengono, con la condivisione dei politici, la privatizzazione dei servizi pubblici e la loro collocazione nelle attività a rilevanza economica, non sono degli esperti, sono dei criminali che negano diritti umani, per interessi personali e di parte. Non possiamo dimenticare che, nel mondo, le morti di uomini, donne e bambini per mancanza di acqua e di cibo sono troppe e che hanno il volto del genocidio.

I processi di privatizzazione dei servizi, ossia di quelli che la Costituzione prevede come dovere istituzionale, è stata, ed è, causa di conseguenze anche drammatiche, vedasi ad esempio il crollo del Ponte Morandi nell'agosto 2018 e quello che è avvenuto in Lombardia nelle ultime settimane con il COVID-19 a seguito della privatizzazione della sanità negli ultimi decenni da parte dei Governi di centro-destra.

La responsabilità di questa anomala situazione è dei politici, o meglio dei partiti, senza distinzioni, e di una stampa asservita che limita il dibattito ed il confronto allo scontro tra schieramenti ignorando completamente che il vero problema è la creazione di un modello sociale che sia equo, trasparente e non discriminatorio

Quando la politica ha consentito che la finanza, da strumento, diventasse sistema e che le banche, da punto di incontro dei risparmi e degli investimenti, diventassero organismi di speculazione, il sistema per i "molti" è crollato e la centralità delle persone, che dovrebbe essere il "dogma" di una società civile, si è trasformato in strumentalizzazione delle persone a vantaggio dei pochi.

Il denaro non è un bene, è lo strumento che agevola e consente lo scambio, tra le persone, di beni e servizi. Quando una persona produce un bene o un servizio, anche il lavoro è un servizio, riceve del denaro con il quale acquistare altri beni o servizi, quindi, il denaro non ha un valore, sono i beni e i servizi che hanno un valore.

I mercati finanziari, figli dell'economia, sono un inganno, non servono a nulla, anzi, servono per derubare le persone, i piccoli risparmiatori. Il fallimento delle banche degli anni scorsi fa parte di questo inganno perchè il fallimento è stato provocato dalle attività finanziarie speculative non dalle attività istituzionali. Per salvare le banche la politica ha deciso di utilizzare le risorse destinate agli investimenti ed è stata recessione dalla quale non siamo ancora riusciti a liberarci.

In questo sta l'errore del "MES", non le condizionalità che sono normali in un rapporto contrattuale, dello spread e di tutti gli strumenti finanziari che la politica ed il sistema hanno prodotto negli ultimi decenni. Non sono le modalità errate ma le finalità.

Nobel prize medalHanno inventato anche il Premio Nobel per l'Economia per rafforzare e consolidare questa posizione dominante sul sistema. Il Premio Nobel per l'Economia non è stato istituito da Alfred Nobel [9] che nel suo testamento aveva indicato come settori, nei quali individuare le persone che avrebbero contribuito al benessere dell'umanità, la fisica, la chimica, la medicina, la letteratura e la pace, cioè la scienza, la cultura e l'etica. In nessuna di queste rientra l'economia.

Il Premio Nobel per l'Economia è stato istituito solo nel 1969, 73 anni dopo la morte di Alfred Nobel e con finalità politiche contrarie al benessere dell'umanità. Non esistono condizioni per contribuire al benessere dell'umanità in economia, l'economia dovrebbe basarsi su equilibri naturali legati a situazioni e fatti che si producono e si ripetono nella vita e nelle gestioni delle famiglie.

Le teorizzazioni sono solo la forzatura e l'alterazione di questi equilibri che si trasformano in danni per la collettività, cosa che è regolarmente avvenuta.

Long Term Capital Management (LTCM)  [10],  era il fondo per il quale due economisti, Myron Scholes e Robert Merton, misero a punto un modello economico moltiplicatore di perdite e guadagni, ottenendo per questo il premio Nobel per l'economia nel 1997. Solo l'anno dopo il Nobel, nel 1998, il fondo fu salvato dal fallimento dalla Federal Reserve [11] con una immissione di circa 4 miliardi di dollari, cioè dei contribuenti. I due premi Nobel hanno contribuito al benessere dell'umanità? Hanno fatto il contrario ma continuano ad essere considerati dei benemeriti.

Nel 1986 il Premio Nobel è stato assegnato all'italiano Franco Modigliani [12] con la seguente motivazione: "Per la sua analisi pionieristica del risparmio e dei mercati finanziari". Una motivazione completamente estranea allo spirito di Alfred Nobel ma in linea con il cambiamento politico del modello di società. Modigliani ha vinto il Nobel per una analisi del risparmio che negli  ultimi decenni è stato sottratto ai risparmiatori con i fallimenti o le speculazioni di borsa al ribasso e per mercati, quelli finanziari, che non sono nemmeno mercati. Il lavoro che diede maggior lustro a Franco Modigliani fu la formulazione del "Teorema di Modigliani-Miller", realizzata con una altro Nobel, Merton Miller [13]. Un teorema banale che ha solo introdotto, o meglio legittimato, il ricorso dell'indebitamento finanziario nelle gestioni aziendali e che ha trovato un ampio utilizzo, in particolare, nelle società quotate e adottato dalle società di "rating" [14], altra deformazione di sistema. Alcuni esempi dell'applicazione del "Teorema Modigliani-Miller sono: la Goldman Sachs Group, Inc [15], tra i cui ex-consulenti troviamo Mario Draghi [16] e Mario Monti [17], la Lehman Brothers [18], fallita il 15.09.2008 con un debito di circa 613 miliardi di dollari. In Italia, analizzando i bilanci, troviamo l'applicazione del teorema, ad esempio, nella privatizzazione di Alitalia [19] e nella costituzione e acquisizione della rete autostradale di Autostrade per l'Italia [20], le conseguenze le conosciamo.

Gli economisti, o come li definisce, Bernard Maris, "i commercianti di insalate economiche", sono lo strumento "pseudo" culturale di questo cambiamento avvenuto, in particolare, negli ultimi decenni. Gli economisti, però, sono solo degli opinionisti che teorizzando, spesso consapevolmente, il falso contribuiscono, nell'interesse di chi li paga, a creare situazioni di dissesto con effetti disastrosi e drammatici di cui ne soffrono, in particolare, i ceti medio/bassi, cioè la borghesia ed i lavoratori, ossia il popolo.

Questa è l'economia, un nulla che però ha consegnato il mondo ai centri di poteri e alle lobby  con la complicità della politica e dei suoi cortigiani. Però gli economisti sono considerati degli esperti, riempiono i talk-show, sono i riferimenti dei principali giornali e sono quelli che dettano le regole alla politica, per il governo del sistema socio-politico.

Tutto questo non significa che il governo delle nazioni debba essere consegnato all'anarchia. Bisogna semplicemente ridare all'economia il suo vero significato, quello della gestione razionale delle risorse al fine della crescita generale del benessere di  tutti i cittadini. Quello che normalmente rientra nel concetto della "diligenza del buon padre di famiglia".[21]

La gestione dell'economia è uno dei punti nodali nel governo di uno Stato perchè attraverso l'economia viene governato lo sviluppo. Non è l'economia che crea le condizioni per lo sviluppo ma il suo governo. Gli esperti economici, che non sono gli economisti, sono necessari ma devono essere liberi da vincoli di parte e devono essere al servizio dello Stato.

Il debito pubblico è un grosso problema che deve essere affrontato e risolto. Il debito pubblico deve essere correlato unicamente agli investimenti  e si può ridurlo eliminando i troppi privilegi che esistono in questo Paese e che sono la conseguenza dell'occupazione delle Istituzioni da parte dei politici e delle clientele.

La sintesi del significato di "economia", nella sua attuale accezione finanziaria, si trova nelle parole di John Davison Rockefeller [22]: "Il modo per far soldi è di comprare quando il sangue scorre per le strade" e di Friedrich von Hayek [23], altro premio Nobel per l'Economia: "Il controllo economico non è il semplice controllo di un settore della vita umana che può essere separato dal resto; è il controllo dei mezzi per tutti i nostri fini" e "La libera scelta può esistere almeno in una dittatura che può limitarsi, ma non sotto il governo di una democrazia illimitata che non può," che lo porta ad una ulteriore affermazione, "Personalmente preferisco un dittatore liberale a un governo democratico privo di liberalismo".

L'economia è la gestione delle risorse dei cittadini mentre la finanza è la distruzione dell'economia immolata ad interessi particolari e all'arricchimento di pochi. Per questi motivi ha ragione Bernard Meris quando afferma che l'economia, per come intesa oggi, "fa ridere la gente". 

Non è un caso che quasi tutti gli economisti, in particolare quelli che influenzano la politica economica del mondo, si richiamino principalmente al liberalismo classico, al neoliberismo o al liberismo filoamericano, espressioni di quelle teorie che garantiscono quel 0,90% della popolazione che possiede il 43,9% della ricchezza mondiale e che promettono sviluppo e benessere ma che, alla prova dei fatti, hanno garantito solo una crescita della povertà.

Quindi, l'economia non è una scienza, è un insieme di opinioni che hanno un loro fondamento in funzione degli obiettivi che si vogliono perseguire. L'economia è una componente della politica alla quale compete applicarla in funzione del modello di società che dovrebbe rappresentare e come la politica ha una sostanziale suddivisione. Avremo una economia liberista o neoliberista laddove si vuole escludere lo Stato da qualsiasi funzione di controllo e regolazione dei fatti economici lasciando che sia la ricchezza, quella detenuta dai pochi a svolgere questa funzione ovviamente secondo l'ottica e l'interesse di questi pochi. Avremo un'economia sociale se si vuole realizzare uno stato sociale, un welfare, che faccia crescere il benessere, in ogni suo aspetto, di tutte le persone.
Le due diverse interpretazione dell'economia sono tra loro evidentemente inconciliabili anche se ognuna delle parti che le sostiene ritiene la propria espressione una verità verso un mondo migliore che, pure, è una definizione di parte.

L'economia ha una sola definizione, quella dell'uso razionale delle risorse nell'interesse collettivo e per razionale si deve intendere unicamente quello di evitare sprechi che distraggono le risorse dall'obbiettivo principale. Gli sprechi non sono nell'erogazione dei servizi a garanzia dei diritti delle persone, sono nei privilegi, nella concentrazione delle ricchezze, nella gestione delle attività pubbliche attribuendo loro rilevanza economica, quella che produce profitti impropri per lo Stato e le sue emanazioni.

Non significa sostituire l'impresa privata con l'impresa pubblica in ogni attività, è necessario solo definire quali attività sono competenza dello Stato perchè non devono avere finalità o rilevanza economica, dovendo garantire diritti e soddisfare bisogni essenziali, e quelle che sono competenze del privato in quanto integrative e complementari rispetto alle precedenti, per le quali, però, lo Stato deve intervenire per evitare che diventino strumenti dannosi per la collettività.

Il modello di società auspicabile è quello socialdemocratico, quello che trova i suoi fondamenti nelle teorie economiche keynesiane che non cancellano il capitalismo ma si pongono l'obiettivo di migliorarlo attraverso il controllo e la sua regolazione da parte dello Stato.
Una socialdemocrazia che non si colloca, in nessun modo, nelle teorie marxiste che, dove applicate, sono completamente fallite.

Del resto la socialdemocrazia si forma alla fine del XVIII secolo, prima di Marx, con quegli eventi che hanno portato ad una democratizzazione delle società con l'avvento delle carte costituzionali. Albert Mathiez [24] indica l'idea socialdemocratica come trasformazione pacifica delle idee rivoluzionarie del 1792 e indica nel leader giacobino Maximilien Robespierre [25] il "padre della moderna socialdemocrazia", esposta nella Costituzione francese del 1793, che riconosceva il diritto alla proprietà privata, prevedendo, però, misure sociali in favore del popolo e della media e bassa borghesia e contro la nobiltà.

Tutto questo non significa che la gestione economica dello Stato, la gestione delle risorse pubbliche, non debba essere fatta in modo rigoroso, tutt'altro, l'obiettivo deve però essere la ridistribuzione della ricchezza anche attraverso l'erogazione di servizi e con una imposizione fiscale equa nel rispetto del principio della capacità contributiva prevista dalla Costituzione.

Ma vogliamo proprio continuare a farci governare dagli economisti, da questi "esperti" del nulla?


[1]Bernard Maris (Tolosa, 23 settembre 1946 – Parigi, 7 gennaio 2015] è stato un economista e giornalista francese, consigliere della Banca di Francia. Economista di area keynesiana, è stato professore associato in scienze economiche e professore all'Istituto di studi europei dell'Université Paris VIII. Nel 2015 è stato ucciso durante l'attentato alla sede di Charlie Hebdo, nel quale sono morte altre undici persone.

[2] John Maynard Keynes, (Cambridge, 5 giugno 1883 – Tilton, 21 aprile 1946), è stato un economista britannico, padre della macroeconomia e considerato il più influente tra gli economisti del XX secolo

[3]Gérard Debreu, [4 luglio 192, Calais - 31 dicembre 2004, Parigi], matematico ed economista francese naturalizzando statunotense. Fu il primo francese a ricevere il premio Nobel per l’economia nel 1983 per il suo lavoro sull'equilibrio generale.

[4]Madame Soleil, Germaine Lucie Soleil [18 luglio 1913, Parigi - 27 ottobre 1996, Levallois-Perret], è stata una astrologa francese, nota in Francia per le sue predizioni ai politici.

[5] Sigismund Schlomo Freud, noto come Sigmund Freud, [Freiberg, 6 maggio 1856 – Hampstead, 23 settembre 1939] è stato un neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco, fondatore della psicoanalisi, sicuramente la più famosa tra le correnti teoriche e pratiche della psicologia.

[6]Michel Camdessus, [1 maggio 1933, a Bayonne], è un economista francese. Ex direttore del Tesoro, poi governatore della Banque de France , è stato amministratore delegato del Fondo monetario internazionale dal 16.01.1987 al 14.02.2000

[7] Corrado Gini (Motta di Livenza, 23 maggio 1884 – Roma, 13 marzo 1965) è stato uno statistico, economista e sociologo italiano

[8] Ufficio statistico dell'Unione europea [Eurostat) è una direzione generale della Commissione europea

[9] Alfred Bernhard Nobel (Stoccolma, 21 ottobre 1833 – Sanremo, 10 dicembre 1896) è stato un chimico, imprenditore e filantropo svedese. È noto per essere stato l'inventore della dinamite e l'ideatore e fondatore del premio Nobel.

[10] Il fondo Long Term Capital Management (LTCM) era un fondo speculativo nel cui board figuravano grandi protagonisti del mondo economico tra i  quali i premi Nobel 1997, Myron Scholes e Robert Merton.

[11] Federal Reserve (Fed) è la banca centrale degli Stati Uniti d'America.

[12] Franco Modigliani (Roma, 18 giugno 1918 – Cambridge, 25 settembre 2003) è stato un economista italiano con cittadinanza statunotense dal 1946, Premio Nobel 1986

[13] Merton Howard Miller (Boston, 16 maggio 1923 – Chicago, 3 giugno 2000) è stato un economista statunotense. Nel 1990 ha vinto il premio Nobel per l'economia (insieme a Harry Markowitz e William Sharpe)

[14]rating: metodo utilizzato per valutare sia i titoli obbligazionari, sia le imprese in base al loro rischio finanziario

[15] Goldman Sachs Group, Inc, una delle più grandi banche d'affari del mondo, con sede legale al 200 di West Street, a Lower Manhattan, New York City, e filiali importanti anche nei principali centri finanziari mondiali (Londra, Francoforte, Tokyo, Hong Kong).Il 16 aprile 2010, la Securities and Exchange Commission (SEC), l'autorità di controllo dei mercati finanziari statunotensi, ha multato Goldman Sachs, per 550 milioni di dollari per avere frodato i propri risparmiatori, nel 2007 con la vendita di titoli tossici subprime, Goldman Sachs ha sofferto durante la crisi finanziaria del 2007-2008[3][4] e ha ricevuto un investimento di 10 miliardi di dollari dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti come parte del Troubled Asset Relief Program, un piano di salvataggio finanziario creato dalla Emergency Economic Stabilization Act del 2008

[16] Mario Draghi: (Roma, 3 settembre 1947) è un economista, accademico, banchiere e dirigente pubblico italiano. Consulente in Goldman Sachs, nel 2005 viene nominato Governatore della Banca d'Italia,divenendo così membro del Financial Stability Forum (Financial Stability Board dal 2009) e del Consiglio Direttivo e del Consiglio Generale della Banca centrale europea nonché membro del Consiglio di amministrazione della Banca dei regolamenti internazionali. Ha ricoperto inoltre l'incarico di Presidente del Financial Stability Forum e del Financial Stability Board. È stato Direttore esecutivo per l'Italia della Banca Mondiale e nella Banca Asiatica di Sviluppo. È membro del Gruppo dei Trenta. Nel 2011 è nomnato Presidente della Banca centrale europea, fino al 2019.

[17] Mario Monti: (Varese, 19 marzo 1943) è un economista, accademico e politico italiano. E' senatore a vita dal 9 novembre 2011, e dal 16 novembre 2011 fino al 28 aprile 2013 è stato Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana a capo del rispettivo governo Monti, conservando inizialmente l'incarico anche di Ministro dell'economia e delle finanze dello stesso governo, lasciato a Vittorio Grilli l'11 luglio 2012. Il 21 dicembre dello stesso anno rassegna le sue dimissioni da capo del Governo, rimanendo in carica per il disbrigo degli affari correnti; a seguito delle dimissioni di Giulio Terzi di Sant'Agata, assume ad interim l'incarico di Ministro degli affari esteri dal 26 marzo al 28 aprile 2013. Presidente dell'Università Bocconi dal 1994, Monti è stato commissario europeo per il mercato interno tra il 1995 e il 1999 nella Commissione Santer; sotto la Commissione Prodi ha rivestito il ruolo di commissario europeo per la concorrenza fino al 2004.  Dal 2010 al 24 novembre 2011, otto giorni dopo la a Presidente del Consiglio, è stato presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg.

[18] Lehman Brothers, società attiva nei servizi finanziari a livello globale. La sua attività si concretizzava nell'investment banking, nell'equity e "fixed-income sales" (intermediazioni nel settore del reddito fisso), nelle ricerche di mercato e nel trading, nell'investment management, nel private equity e nel private banking. Fallita il 15.09.2008

[19] Alitalia, compagnia aerea di bandiera dell'Italia, attualmente detenuta dalla società Alitalia - Società Aerea Italiana S.p.A.

[20] Autostrade per l'Italia, società per azioni italiana, nata originariamente come società di proprietà pubblica facente capo all'IRI, e privatizzata nel 1999 e poi costituita nella forma attuale nel 2003. Ha come attività la gestione in concessione di tratte autostradali, nonché lo svolgimento della relativa manutenzione

{21} La diligenza del buon padre di famiglia è un concetto di diritto privato, risalente al diritto privato romano, e richiamato da vari articoli del Codice civile italiano

[22] John Davison Rockefeller, (New York (U.S.A.) 08 luglio 1839 - Ormond Beach (U.S.A. - Florida) 23 maggio 1934) fu Influente capitalista e industriale americano, fu il riformatore mondiale dell'industria petrolifera e la portò a una espansione senza precedenti.

[23] Friedrich August von Hayek (Vienna, 8 maggio 1899 – Friburgo in Brisgovia, 23 marzo 1992) è stato un economista e sociologo austriaco naturalizzato britannico. Pensatore liberale e liberista, è stato uno dei massimi esponenti della scuola austriaca e critico dell'intervento statale in economia. Nel 1974 è stato insignito, insieme a Gunnar Myrdal, del Premio Nobel per l'economia "per il lavoro sulla teoria monetaria, sulle fluttuazioni economiche e per le analisi sull'interdipendenza dei fenomeni economici".

[24] Albert Mathiez (La Bruyère, 10 gennaio 1874 – Parigi, 26 febbraio 1932) è stato uno storico francese, tra i più grandi studiosi della Rivoluzione francese

[25] Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre detto l'Incorruttibile (Arras, 6 maggio 1758 – Parigi, 28 luglio 1794) è stato un politico, avvocato e rivoluzionario francese, protagonista di spicco della Rivoluzione Francese [link]

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