Esattamente un anno fa veniva ripresentata la proposta di legge sull'acqua pubblica alla Camera. Un testo che viene da lontano, figlio della legge d'iniziativa popolare presentata nel 2007 dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e sottoscritta in centinaia di banchetti da oltre 400 mila cittadini.
La proposta di legge è stata finora presentata col sostegno di parlamentari di differenti forze politiche in 4 differenti legislature e in quella attuale ha come firmatari un ampio numero di eletti nel Movimento 5 Stelle. Una legge, il cui percorso in Commissione Ambiente è fermo da settimane, che temiamo stia per essere affossata sotto una valanga di oltre 230 emendamenti presentati da gruppi politici di maggioranza e opposizione. Contro l’acqua pubblica si è formato un unico grande fronte, su ispirazione delle multinazionali dell’acqua, che mette insieme Lega, Partito Democratico, Forza Italia, Fratelli d’Italia, e in cui rischia di rientrare anche il M5S visto che diversi deputati hanno depositato emendamenti che puntano a stravolgere principi e impianto della legge. Fuori dalle aule parlamentari prosegue il massacro mediatico da parte dei maggiori organi di (dis)informazione, che disegnano uno scenario apocalittico nel caso in cui venisse approvata la legge. Scenari destituiti di ogni fondamento con cifre messe a caso, allo scopo di spaventare l’opinione pubblica e stravolgere la verità dei fatti, completamente smentiti dai dossier presentati dal Forum, anche in sedi istituzionali. Nonostante gli annunci, il percorso della legge sembra completamente arenato: la relazione chiesta al Governo ancora non è arrivata, fornendo un alibi perfetto a maggioranza e opposizione per non procedere all’esame della legge e l’approdo della discussione in aula alla Camera è slittato ancora una volta, dal 25 marzo a chissà quando.
Eppure 27 milioni di cittadini italiani hanno votato ai referendum del 2011 e aspettano da troppo tempo il rispetto della volontà popolare: anni in cui si sono succeduti i governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e ora quello Conte – Salvini – Di Maio, tutti impegnati con ogni mezzo nel capovolgere l’indicazione democratica dei cittadini e contrastare l’applicazione dell’articolo 1 della Costituzione repubblicana: “La sovranità appartiene al popolo”. Intanto le grandi multiutility, che controllano il sistema idrico italiano, fanno affari d’oro e registrano nell’ultimo anno profitti record.
Oggi dovremmo celebrare la “Giornata Mondiale dell’Acqua”, purtroppo abbiamo ben poco da festeggiare: lungo lo stivale quasi un litro di acqua su due si perde per strada, il ciclo di depurazione delle acque è il fanalino di coda in Europa, in alcune regioni, soprattutto al Sud, l’accesso all’acqua non è ancora un diritto riconosciuto, ma un onere quotidiano a cui i cittadini sono costretti a far fronte individualmente. La mancanza d’investimenti sulla rete, la carenza idrica, gli interessi diffusi della criminalità organizzata e dell’imprenditoria rapace che con essa convive, impediscono di fatto a centinaia di migliaia di persone di avere un servizio idrico regolare. Nessuno deve restare indietro, l’approvazione della legge d’iniziativa popolare permetterebbe una gestione pubblica e partecipativa, attraverso la concretizzazione di un modello innovativo, efficace, efficiente, industriale, ma allo stesso tempo pienamente democratico, rispettoso dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori, con tariffe eque per tutti, senza sprechi né profitti per le multinazionali.
Domani, 23 marzo, il movimento per l’acqua sarà nelle strade della capitale per la manifestazione nazionale “Marcia per il clima, contro le grandi opere inutili”, a cui abbiamo aderito convintamente per testimoniare ancora una volta la centralità delle lotte per l’acqua bene comune e diritto fondamentale per tutti.
Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni