Abbiamo avuto la possibilità di esaminare le modifiche dello statuto di Silea, proposte dal C.d.A. e in corso di approvazione da parte dei Consigli Comunali.
Ci dicono che siamo "contro" in modo preconcetto, non è così, siamo contro solo alle cose che non ci piacciono e che sono motivo di dubbi e perplessità. Spesso si sorvola su aspetti che sembrano essere solo tecnicismi necessari senza renderci conto che, dietro questi tecnicismi, ci sono cambiamenti profondi che trasformano lo stesso significato della politica e dei suoi ruoli, purtroppo, sempre più marginali.
Togliere, dallo statuto, la frase "Il tutto per promuovere lo sviluppo sociale, economico e civile del territorio.", non è solo una questione di forma o stile, come sembra vogliano far credere, è un cambiamento radicale che può avere pesanti effetti negativi sul futuro stesso della società.
Silea ha una lunga storia ed è nata proprio per contribuire allo sviluppo sociale, civile ed economico in un settore di attività molto delicato anche per la questione ambientale. Eliminare questo, che potremmo considerare un principio di regolazione dell'attività, ed è un fine inserito nell'oggetto proprio per condizionarne le modalità di gestione, consegna la società a logiche di profitto e mercato che devono restare estranee alla gestione di un servizio pubblico.
Ricordiamo che un servizio è pubblico non perchè rivolto ad una moltitudine di persone ma perchè deve assolvere a funzioni che la Costituzione attribuisce allo Stato. I Comuni, come tutti gli Enti Locali, in quanto emanazione, sono lo Stato.
L'art. 2247 del Codice civile, ci scusiamo per il richiamo legislativo, purtroppo, necessario, fissa lo scopo delle società nella realizzazione, attraverso l'attività svolta, di utili da dividere tra i soci.
Una lettera di Silea inviata ai Comuni il 24.11 scorso, a firma del direttore, precisa che la eliminazione "nasce invece da una valutazione strettamente tecnica, laddove lo “scopo sociale” di una società per azioni è infatti definito dal legislatore (e non può che essere l’utilità economica generata per i soci)". È un'affermazione non corretta perchè il legislatore, con l'art. 4 del TUSP (testo Unico Società Pubbliche) stabilisce che "Le amministrazioni pubbliche non possono, direttamente o indirettamente, costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali..." e lo sviluppo sociale, economico e civile del territorio è una finalità istituzionale. Il legislatore ha ampliato lo scopo, rispetto all'art. 2247 del Codice civile e alle società private, includendo anche il perseguimento delle finalità istituzionali.
Anche l'affermazione, contenuta nella citata lettera, "La scelta di non prevedere all’interno dell’oggetto sociale la preesistente formulazione “Il tutto per promuovere lo sviluppo sociale, economico e civile del territorio” - più adatta alla finalità di un consorzio o di una associazione/fondazione che non a quello di una società per azioni..." è smentita dallo stesso art. 4 del TUSP.
Solo eliminando la frase citata, inevitabilmente, l'unico scopo rischia di limitarsi a quello previsto del Codice civile, e indicato dal direttore, con tutte le conseguenze che ognuno può immaginare.
Silea non è una società con soci privati, per i quali l'obiettivo dell'utile è legittimo, Silea, lo ricordiamo, è una società, anche se di diritto privato, pubblica dove i soci sono i Comuni e tali devono restare.
Questa modifica non deve avvenire e, per questo motivo, richiamiamo i Sindaci, i Consiglieri comunali al rispetto del mandato ricevuto dai cittadini con la loro elezione.
Ma non è l'unico punto critico. Inserire nell'oggetto "la gestione di tutti i servizi legati alla tariffa rifiuti, quali il supporto alla redazione dei PEF, l’elaborazione delle tariffe...", è inammissibile oltre che illegittimo per il semplice motivo che consente l'esercizio di un conflitto di interessi che la legge, attribuendo la regolazione della gestione del servizio ad una Autorità indipendente, vuole evitare proprio per la tutela degli utenti.
È lo stesso principio applicato nel servizio idrico, regolato dalla stessa Autorità indipendente, dove le tariffe, e i PEF (Piano Economico e Finanziario, quello utilizzato per fissare le tariffe che i cittadini dovranno pagare), li predispone l'Ufficio d'Ambito, non Lario Reti Holding, cioè il gestore del servizio.
Prendiamo atto che la musica suonata dalla politica, nonostante quello che è successo in questo anno e i "proclami di cambiamento" della recente campagna elettorale, è sempre la stessa.
Non ci resta che segnalarlo e invitare i cittadini a non restare inerti perchè in gioco c'è il loro futuro e quello dei propri figli e nipoti.
il Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni