Un gruppo di amici ha commentato il comunicato di Silea, relativo alla questione ANAC, esprimendo indignazione. Non ho sottoscritto il documento solo perché non ne ho avuto l'occasione.
Forse, però, non l'avrei sottoscritto, non lo condivido completamente. Gli amici che l'hanno sottoscritto affermano di essere indignati, io sono furibondo.
Chi sono questi individui, mi riferisco ai consiglieri di Silea, che si permettono di censurare un'opinione, peraltro legittima e corretta, espressa da un cittadino o da un comitato di cittadini?
A questi signori vorrei dire che, dopo le loro affermazioni, sarebbe opportuno che, loro, dovrebbero astenersi di parlare di democrazia o di garanzie costituzionali perché il senso del comunicato e delle non velate minacce ha l'amaro sapore di un periodo che gli italiani, quelli veri, vorrebbero dimenticare.
Sarebbe opportuno che, in occasioni di celebrazione della democrazia, come il 25 aprile, non si facciano vedere e, con loro, tutti quelli che li hanno nominati e che non provvedono alla loro immediata revoca. Se questo non avvenisse il significato sarebbe solo la condivisione delle affermazioni dei consiglieri di Silea.
Non mi interessa il merito della vicenda, è una competenza di ANAC e degli organismi preposti.
È, però, evidente che quando ANAC, giova ricordare che ANAC significa "Autorità Nazionale Anticorruzione", censura atti o comportamenti di una società pubblica il "colpo" è "durissimo" e sicuramente è "nuovo" perché si aggiunge ad altre eventuali censure.
Che cosa significa "nuocciono all'immagine e al prestigio di SILEA SpA"? Scusatemi il ricorso a termini inglesi che, abitualmente aborro. Se l'immagine e il prestigio nuocciono rispetto agli "stakeholders" (portatori di interessi), gli amministratori di Silea, e coloro che li hanno nominati, non devono dimenticare che, in una società pubblica, gli "stakeholders" sono solo i cittadini, perché sono i reali proprietari e gli utenti del servizio, cioè quelli che dovranno sopportare i danni nel caso l'ANAC avesse ragione.
Le uniche dichiarazioni, responsabili, di un amministratore sotto censura di ANAC, consapevole di essere gestore di un patrimonio parte dei Beni Comuni della collettività, dovrebbero essere quelle di una presa d'atto delle censure, magari di ritenerle non giuste, perché il diritto alla difesa deve essere garantito per tutti, e, comunque, di autosospendersi sino alla definizione del procedimento.
Abbiamo già visto, inconferibilità al Dottor Cavalier, presidente di LRH, che l'arroganza della politica è preoccupata solo a difendere sé stessa facendola pagare alla società, cioè ai soci, cioè ai cittadini, cioè agli utenti.
Spero che la ventilata azione giudiziaria nei confronti di Barbara Nasatti, presidente del "Comitato Rifiuti Zero, sia estesa anche a me, dopo queste mie enunciazioni, perché la solidarietà è tale che vorrei essere, anche fisicamente, al suo fianco augurandomi che con noi ci siano tutti quei cittadini che ritengono essenziale difendere la democrazia e la libertà di opinione. È la costituzione che le garantisce, non le nostre convinzioni.
Sono solo un cittadino che ritiene doveroso essere solidale con i cittadini che si impegnano e si sacrificano per la difesa dei Beni Comuni, in primis la DEMOCRAZIA e LA LIBERTÀ di OPINIONE.
- Remo Valsecchi, cittadino
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