Un comunicato, quello sindacale sulla situazione dell'Idro in provincia di Lecco, che sorprende per i contenuti e i toni espressi. La FULC , federazione che riunisce la triade sindacale, CGIL, CISL e UIL, del settore chimico, assume una precisa posizione a favore della cessione del ramo d'azienda da parte di Idrolario a Idroservice sottolineando che tale operazione era stata approvata dai Sindaci della provincia all'unanimità, fatto non corrispondente al vero perché il dibattito sul tema è aperto da vario tempo e alcuni Comuni, anche importanti, da sempre manifestano la loro contrarietà rispetto ad un'operazione estranea agli interessi dei cittadini e utenti.
Il Consiglio provinciale lecchese, il 28 ottobre 2013, ha deliberato (delibera tuttora in vigore) l'affidamento del servizio a Idroservice a condizione che, entro il termine del 30 giugno scorso e prima dell'affidamento, la società diventasse società di 1° livello, ossia società partecipata direttamente dai Comuni. Questa condizione non è stata realizzata e, quindi, l'attuale operazione viene effettuata in violazione di un preciso indirizzo politico dall'unico Ente cui era demandata la definizione dell'affidamento idrico. La delibera non è stata modificata o sostituita e, quindi, è vincolante. Forse la FULC non sa o non ha verificato che l'operazione che si intende realizzare è in violazione di una precisa e vincolante disposizione vigente.
La FULC , probabilmente, non sa nemmeno che la cessione di ramo d'azienda che comprende beni incedibili per legge e per disposizione statutaria sarebbe illegittima.
Ma la FULC non sa nemmeno che Idrolario si trova in difficoltà finanziarie, con conseguenze negative sulle tariffe, e quindi sugli utenti, e precarie, con conseguenze negative sui lavoratori, perché non si è voluto dotare la società degli strumenti operativi necessari per una gestione economica, efficace ed efficiente a danno, ovviamente, sempre degli utenti e dei lavoratori. Non è una nostra opinione ma il risultato di una analisi dei bilanci di Idrolario e delle società che, di fatto, hanno gestito il servizio idrico senza esserne affidatarie grazie a appalti con molti dubbi circa la loro legittimità.
Provi la FULC ad approfondire la questione e si renderebbe conto che gli utili di Lario Reti Holding, prima, e Idroservice dopo, hanno prodotto perdite per Idrolario che ha dovuto sopperire con impropri q uanto inopportuni aumenti tariffari. Gli aumenti tariffari sottraggono risorse agli utenti che, per la maggior parte, sono anche lavoratori e questo è un danno per gli utenti ed i lavoratori.
Non comprendiamo l'invito a realizzare il processo di aggregazione in conformità con gli impegni assunti perché i Comuni che nel passato hanno espresso il loro dissenso, mantengono coerentemente la propria posizione; gli impegni assunti dalla FULC con le Direzioni e i Presidenti delle due società, se a questo si fa riferimento, sono ininfluenti perché non sono di competenza della FULC, ma nemmeno degli organismi societari di Idrolario e Idroservice, gli indirizzi politici di governo del territorio.
I Sindaci e i Consigli comunali, eletti direttamente dai cittadini, sono gli unici cui è riconosciuto e compete questo ruolo. Il diritto di non condividere e di proporre soluzioni diverse ritenute più coerenti con gli interessi generali e più trasparenti, è una espressione di democrazia.
Il Referendum del 2011 che, a grande maggioranza e con grande partecipazione dei lavoratori, ha voluto che l'acqua resti pubblica, tale rimane solo se il servizio sarà gestito da una società a totale e diretta partecipazione pubblica. Tutte le altre soluzioni privilegiano la "Corporate financing", tanto cara all'amministratore di L.R.H. che è funzionale ad una gestione finanziaria e non alla gestione pubblica del servizio idrico. Ma il sindacato è proprio convinto che la "finanza" tuteli gli utenti ed i lavoratori? Che strano!
- Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni
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