Forum dei Beni Comuni
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Lario Reti, lettera aperta al responsabile della prevenzione della corruzione

Egr.
Dott. Vincenzo Lombardo
Responsabile della Prevenzione della Corruzione
della società Lario Reti Holding (LRH).

Sono trascorsi quasi due mesi dalla delibera con la quale l'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) ha riconosciuto come "inconferibile" l'incarico dell'amministratore unico poi divenuto presidente del Cda di Lario Reti Holding, Lelio Cavallier. Un incarico tecnicamente "nullo" che avrebbe dovuto determinare immediate iniziative conseguenti.

In qualità di Responsabile della prevenzione della corruzione (RPC) della società citata le chiediamo: è successo qualcosa da allora? È vero, l'onnipotenza dei politici locali -poco inclini a sottrarre l'acqua pubblica dal mercato- non ha limiti, tanto da arrivare al disconoscimento dell'ANAC e delle sue funzioni, ma lei, in veste di RPC, non ricopre un incarico "politico".

Stando al contenuto della delibera che regola la sua nomina a RPC, dovremmo già conoscere la retorica risposta alla nostra domanda: sì, certo, qualcosa è successo, la parola dell'ANAC è stata rispettata e tradotta in pratica. Questa convinzione deriva dall'atto che chiarisce le sue "mansioni" di RPC e che prevede anche il dovere di "segnalare all'ANAC i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione ai fini dell'attivazione del procedimento disciplinare e delle altre forme di responsabilità".

Un compito chiaro che, è bene ricordare, le è attribuito anche dalla legge da cui discende la certificata inconferibilità dell'incarico di Cavallier.

Di fatto, dunque, lei dovrebbe tradurre in pratica il pronunciamento dell'Autorità. La delibera è chiara e diretta: il RPC -cioè lei- "preso atto della rilevata causa di inconferibilità, da cui deriva la nullità dell'incarico", deve avviare le procedure del caso che prevedono tra le altre cose l'individuazione di responsabilità economiche per eventuali danni a carico dei componenti dei Comuni (Sindaci e consiglieri comunali) che hanno "prodotto" attraverso le loro (sbagliatissime) decisioni un incarico inconferibile.

È un compito semplice che non le impone alcuna verifica. L'unica, semmai, era quella di eventuali dichiarazioni mendaci, che, a nostro giudizio, sembrano sussistere.

In realtà, però, nonostante la legge e la delibera del suo incarico, nulla è avvenuto.

Il dottor Cavallier continua, imperterrito, a ritenersi il presidente di Lario Reti Holding, provvedendo ad esempio alla convocazione di quell'assemblea dei soci che rischia di essere nulla come tutte quelle precedenti. E com'è già lo stesso incarico di Cavallier.

E invece l'inconferibile fa spallucce, come se il pronunciamento definitivo dell'ANAC fosse interpretabile. Una voce tra le voci. Così non è e lei dovrebbe intervenire. Non è il buon senso a suggerirglielo, è la legge a imporglielo. Sa bene che se, al contrario, l'inconferibilità, e la conseguente nullità, venisse dichiarata dalla Corte dei Conti, dal TAR o da altro organismo preposto le conseguenze potrebbero, anche in termini di danni patrimoniali, essere gravi ed ingenti. Chi pagherà?

Per quale motivo non sono state assunte le iniziative che le competono? Perché tutelare una posizione personale mettendo a rischio un patrimonio collettivo? Queste società non appartengono al ceto politico pro-tempore ma fanno capo ai cittadini e il rispetto delle regole dovrebbe essere ancora più tassativo.

Nessun "parere legale" potrà garantire la legittimità della nomina del dottor Cavallier. È ai giudici che spetta definirla. E lei, ribadiamo, dovrebbe già aver agito.

Ha verificato, come richiesto, le eventuali mendaci dichiarazioni? Ha segnalato all'ANAC la totale inerzia rispetto alla loro delibera? Ha verificato se la inconferibilità sussiste anche per il dottor Marco Canzi?

In attesa di un suo riscontro, che purtroppo però già conosciamo, invieremo queste note e tutti i documenti in nostro possesso, alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti, alla Prefettura e alla stessa Autorità nazionale anticorruzione. E renderemo pubblica questa missiva affinché tutti i cittadini possano essere informati e perché i consiglieri comunali, che possono essere coinvolti, siano a conoscenza dello stato dell'arte.

Comitato lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni

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