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Opexaal - Opexaal-ALTRI COamorcosto della morosità

riferimento legislativo o Metodo Tariffario: costo servizio

Una delle principali assurdità e scorrettezze, anche sul piano tecnico, del Metodo tariffario.

La morosità non è il mancato pagamento degli utenti e la perdita del credito, l'art. 28 del Metodo Tariffario MTI-3, è "l'Unpaid Ratio (UR) a 24 mesi", ossia il ritardo di pagamento degli utenti oltre i 24 mesi ed è un ricavo per il gestore ed un costo per l'utente, "riconosciuto in misura parametrica, al fine di incentivare l’efficienza dell’attività di recupero credito" nel senso che la disorganizzazione amministrativa del gestore viene premiata con l'invenzione di un ricavo ingiustificato.

Nord Centro Sud
MTI-1
2014 - 2015
1,60
3,00
6,50
MTI-2
2016 - 2019
2,10
3,80
7,10
MTI-3
2020 - 2023
2,00
3,00
7,10

Il "costo della morosità" previsto dal Metodo Tariffario è calcolato forfettariamente con coefficienti fissati da ARERA e ripartiti su tre aree geografiche nazionali - vedasi tabella - applicati al fatturato dell'anno [a- 2] e aumentato dell'Imposta sul valore Aggiunto

È un meccanismo che prescinde da ogni valutazione, è un semplice calcolo dove i paramenti sono i ricavi e la percentuale da applicare, e che consente solo la rettifica dei paramenti in aumento come stabilisce ARERA: "Laddove l’entità del costo effettivo di morosità, superiore a quello riconosciuto, rischi di compromettere l’equilibrio economico-finanziario della gestione, verrà valutata, previa presentazione di apposita istanza, la possibilità di riconoscere costi aggiuntivi in sede di conguaglio".

ARERA non consente la riduzione del costo nemmeno in assenza della morosità o, comunque, inferiore ai 24 mesi, perchè, secondo ARERA, deve incentivare l'attività di riscossione del credito. Una strana funzione poichè l'efficienza, anche della riscossione, dovrebbe essere un normale compito dell'imprenditore e non di chi deve adempiere pagando anche un sovraprezzo perchè questo avvenga.

La morosità, essendo un ritardo di pagamento, crea, per il gestore, un costo finanziario non potendo disporre della somma corrispondente e, ARERA, per il ritardo di pagamento prevede l'applicazione dell'interesse di mora pari al tasso di riferimento fissato dalla BCE e maggiorato di 3,5 punti percentuali. Dov'è il danno? Perché l'utente dovrebbe essere gravato di un costo che non ha contropartita?

federutility tab 2Se la morosità fosse dovuta al disagio sociale dell'utente, dovendo l'accesso all'acqua essere garantito, dovrebbe essere la Repubblica, con la fiscalità generale, a provvedere non gli altri utenti. Nel caso la morosità sia dovuta al fallimento di imprese o al solito furbetto che non vuol pagare, provveda il gestore, è un suo problema rientra nel rischio d'impresa ma anche di una inefficienza della gestione.

Uno studio di Federutility, oggi Utilitalia, anche se datato, ante 2015, fornisce elementi interessanti secondo i quali  la maggior morosità è imputabile alle Amministrazioni Pubbliche Locali mente l'utenza domestica è la meno morosa. Non è accettabile far pagare agli utenti, corretti in regola con i pagamenti, la morosità per disagio sociale e quella dei furbetti.

il costo della morosità €/migliaia
anno
meno 2
esercizio %
fatturato
fatturato
+IVA
costo
morosità
durata
gg
correnti
durata
mesi
correnti
durata
gg
totale
durata
mesi
totale
2022 2024 3,00 278.990 8.370 99 3,26 187 6,14
2021 2023 3,00 270.569 8.117 101 3,32 189 6,23
2020 2022 3,00 274.498 8.235 104 3,41 179 5,90
2019 2021 3,00 283.357 8.501 95 3,12 148 4,86
2018 2020 3,00 271.471 8.144 87 2,85 123 4,03
2017 2019 3,80 259.063 9.844 93 3,05 137 4,52
2016 2018 3,80 253.216 9.622 126 4,14 143 4,71
2015 2017 3,80 238.003 9.044 97 3,20 131 4,31
2014 2016 3,80 226.133 8.593 85 2,80 121 3,96
2013 2015 3,00 223.352 6.701 83 2,72 119 3,90
2012 2014 3,00 209.308 6.279 126 4,13 140 4,61
totale
2.787.960
91.450
99
3,27
148
4,88

La tabella dimostra che, per il campione, ma anche nella generalità delle gestioni, questo costo inventato è una integrazione della tariffa utile, impropriamente, ad assicurare la sostenibilità finanziaria efficiente della gestione, una lauta regalia.

Dai dati bilancio, con i quali è stata costruita la tabella, la media di riscossione del credito corrente oscilla tra 90 e 120 giorni, tre-quattro mesi, una media nella norma per il fatto che la fatturazione  ha cadenze temporali diverse, da bimestrale a semestrale, e alla fine dell'esercizio è ancora in sospeso ed il credito è rilevato fatture da emettere, cioè fatture che l'utente non ha ancora ricevuto. 

Anche con l'inclusione nei crediti indicati in bilancio con scadenza superiore a 12 mesi e in Nota Integrati definiti "crediti per conguagli sui ricavi da riconoscere (66,9 mln di euro)
derivanti da non copertura tariffaria" definizione poco chiara che potrebbe farli ritenere crediti non ancora accertati in via definitiva. la media di durata non si discosta molto dalla norma.

Per il gestore è un ottimo ricavo senza costi, quindi un utile netto, ma, per l'utente, è un costo senza essere corrispettivo di un servizio, medio annuo di 8,8 milioni di euro.

In risposta ad uno specifico quesito nel merito, ARERA ha precisato che

"Il COmor non è previsto a compensazione totale del mancato gettito per morosità, ma - nell’ottica di assicurare la sostenibilità finanziaria efficiente della gestione – è inteso come Unpaid Ratio (UR) a 24 mesi, riconosciuto in misura parametrica, al fine di incentivare l’efficienza dell’attività di recupero credito, e in misura differenziata nell’ambito delle diverse macro-aree geografiche, in funzione della diversa incidenza media sul fatturato rilevata (ad esempio al Sud il costo massimo riconosciuto è pari a quello derivante dall’applicazione del 7,1% al fatturato, a fronte di livelli di morosità che in alcuni casi giungono anche al 50%).
Detta in altri termini, se un gestore non riceve il pagamento delle proprie bollette, incorre in problemi dapprima finanziari, e poi economici che possono portare al fallimento della gestione stessa (ci sono stati casi di questo genere nel Sud Italia). L’alternativa della gestione in questi casi è quella di interrompere gli investimenti necessari e urgenti, oltre a bloccare le assunzioni e limitare la gestione al minimo: questo comportamento è molto frequente nelle piccole gestioni affette da problemi di morosità e determina situazioni con turnazione del servizio, scarsi controlli sulla qualità dell’acqua, perdite idriche ingenti (magari anche sulla rete fognaria) e depurazione carente o assente. È per evitare (o minimizzare) questo circolo vizioso che l’Autorità ha inserito la detta componente tariffaria, non a copertura totale dei costi di morosità, ma con un livello di copertura “standard” che possa incentivare il gestore ad effettuare le necessarie azioni di recupero crediti (che, in qualche caso, non venivano neppure esperite, favorendo, di fatto, gli utenti morosi, a scapito degli utenti in regola)"

Forse sarebbe stato meglio esercitare la funzione di controllo che compete all'Autorità e cercare di comprendere le ragioni di queste inadempienze che possono essere dovute a disagio sociale e a vulnerabilità degli utenti o anche a qualcosa legalmente perseguibile, magari avrebbe consentito provvedimenti atti ad evitare i fallimenti tra i quali, per non attribuire sempre le colpe al Sud, anche di qualche società controllata da Multiutility del Nord. 

Si è preferito, per non favorire i morosi, a scapito degli utenti in regola, far pagare a quest'ultimi tariffe più alte senza erogare loro alcun servizio aggiuntivo.

La realtà è un altra e sta nell'affermazione contenuta in risposta ad un altro quesito:

Nel settore idrico il principio di concorrenza è stato declinato (non solo in Italia) come “concorrenza per il mercato” e non come “concorrenza nel mercato”

La concorrenza per il mercato è il trasferimento del monopolio ad soggetto privato mediante gara e consentendo a tutti gli interessati di parteciparvi; questi sono gli effetti del monopolio nel quale sono consentiti anche gli abusi.

elemento tariffa sigla formula valore note
MTI-1
MTI-2

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