Forum dei Beni Comuni
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Lettera aperta ai sindaci della Provincia di Lecco

Questo seguente il testo della lettera aperta inviata oggi a tutti i sindaci della Provincia di Lecco e per conoscenza a tutti gli organi di stampa affinché tutti i cittadini possano essere messi a conoscenza delle conseguenze che riteniamo possano esserci dall’irresponsabile decisione che venisse presa di realizzare un teleriscaldamento che abbia i rifiuti indifferenziati come carburante.

Rifiuti combusti che dovrebbero aumentare in modo spropositato rispetto alla quantità che i già virtuosi cittadini della Provincia di Lecco producono in termini di rifiuto indifferenziato, quindi giocoforza dovendolo importare caricato su camion da altre aree d’Italia o magari dall’estero.inceneritoree-valmadrera

Un assurdo progetto di teleriscaldamento per le ripercussioni che ci sarebbero sulla salute a causa dell’inevitabile aumento degli inquinanti che verrebbero emessi dall’inceneritore SILEA.

Un illiberale progetto perché costringerebbe chi si allacciasse a non poter più scegliere liberamente tra più fornitori di energia.

Un antieconomico progetto che non ha futuro in quanto il progressivo virtuosismo dei cittadini lecchesi e lombardi renderà i rifiuti indifferenziati sempre più rari e quindi costosi, con ricadute o sulla bolletta di chi si allaccerebbe, oppure sul gobbo dei comuni che sono proprietari di SILEA, ovvero sul gobbo dei cittadini.

Buona lettura e attente riflessioni!

(l’originale impaginato della lettera a questo link)

Lecco, 26 Febbraio 2015

Gent.mi Sig.ri Sindaci e Amministratori dei Comuni e della Provincia di Lecco

Lettera aperta

Nel mese di Gennaio si è costituito il Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero.

Al Coordinamento hanno aderito ad oggi 10 associazioni (Legambiente, Circolo Ambiente Ilaria Alpi, Comitato Prealpino Cittadinanza Attiva, Qui Lecco Libera, L’Altra Via, Gruppo Difesa Natura Suello, Arci Civate, WWF Lecco, Associazione Monte di Brianza, Associazione Rete Donne Brianza) e molti cittadini residenti nei comuni della provincia.

Il Coordinamento vuole essere una struttura trasversale aperta al contributo di tutti; non legata ad alcun partito politico ma disponibile al confronto soprattutto con gli Enti Istituzionali.

Ciò è avvenuto in seguito alla preoccupazione che nasce dalla recente autorizzazione regionale (AIA 8532 del 17-09-2014) che concede a SILEA l’utilizzo del proprio Forno Inceneritore al massimo carico termico ed alla decisione di presentare da parte di Silea il progetto del teleriscaldamento. Questo ci legherà per molti anni all’utilizzo del Forno alla massima capacità e comporterà un ulteriore aumento della potenzialità termica dell’impianto dovuta all’utilizzo contemporaneo di una nuova caldaia a gas.

I MOTIVI DI QUESTA LETTERA APERTA

Scriviamo a voi Sindaci che rappresentate nell’assemblea dei soci i Comuni della Provincia di Lecco perché sarete chiamati a votare su tale progetto nei prossimi mesi.

Ci sembra che oggi la direzione di Silea stia prendendo in proprio decisioni che competono alla politica dando per scontato l’adozione passiva da parte vostra di quanto viene proposto, vedi lettera di Silea ai Sindaci: “In primo luogo teniamo a precisare che, diversamente da quanto si afferma citando l’art. 42 del TUEL, i Consigli Comunali dei Comuni soci partecipati da Silea SpA non devono pronunciarsi affatto sulla realizzazione del teleriscaldamento […]”

A noi sembra che il progetto del teleriscaldamento non valuti a sufficienza gli interessi collettivi e soprattutto le ricadute che ci saranno sull’ambiente e sulla salute dei cittadini residenti nei comuni confinanti con il forno.

A fronte di un fabbisogno annuo di smaltimento per la nostra Provincia che è possibile stimare (dichiarazioni di Colombo a Lecco New) in circa 68.000 ton. di rifiuti residuali (49.000 ton. provenienti dalla raccolta indifferenziata, il resto di ritorno dalla società Seruso e dalla raccolta degli ingombranti), Silea inceneriva con il forno, fino alla recente autorizzazione, 87.000 ton. anno. Tale quantitativo è già cresciuto nel 2014 a 93.000 Ton. e da quest’anno crescerà ulteriormente in base alla nuova A.I.A.

E’ ipotizzabile che si supereranno le 110.000 ton. annue considerando il carico termico consentito dell’impianto: quasi il doppio del fabbisogno provinciale sopra indicato.

Tutto ciò ci sembra in contraddizione con le direttive regionali, volte ad aumentare le raccolte differenziate e con quanto si sta facendo in varie parti d’Italia e nel resto del mondo. Il futuro va verso il recupero sempre maggiore di materiali che rappresentano una risorsa e non verso il loro incenerimento che comporta un ulteriore spreco di energia, quella necessaria alla produzione di altri materiali del tutto simili partendo dalle materie prime.

LE CONSEGUENZE DEL TELERISCALDAMENTO

Si è letto sulla stampa, da dichiarazioni di Silea, che con il teleriscaldamento alimentato dall’inceneritore l’inquinamento diminuirà. In realtà da semplici confronti dei dati sulle emissioni delle caldaie a gas e su quelle del Forno (annuale rapporto Silea- EMAS e rilevazioni INEMAR per le caldaie a gas delle utenze pubbliche e private), se si bruceranno rifiuti per generare il calore necessario, si avrà un emissione in massa pari ad almeno due volte per i principali inquinanti e, cosa ancor più preoccupante, 10 volte per la diossina. Inoltre l’emissione di questa quantità di inquinanti, oggi minore e diluita sui territori di Lecco, Malgrate, Valmadrera e Civate , verrebbe concentrata nella zone di ricaduta dei fumi dell’inceneritore.

Il territorio circostante il Forno è da 30 anni gravato da un forte carico inquinante, cosa che tutti i Sindaci della Provincia, non solo quelli dei Comuni interessati, dovrebbero tenere in considerazione.

Riteniamo che sia giunto il momento di pensare a soluzioni diverse dal Forno inceneritore innescando un percorso condiviso che porti, nel giro di qualche anno, alla sua dismissione.

Ricordiamo che fino al 2008 il forno non aveva tutti i filtri che ha oggi, soprattutto era privo del filtro catalitico che si occupa di trattenere le diossine ed i furani oltre agli ossidi di azoto.

Non sappiamo quale quantità di inquinanti di questa pericolosità si sia concentrata in tale tempo nei terreni delle aree indicate. Per questo chiediamo, in nome della trasparenza e del rispetto delle popolazioni che qui vivono, analisi approfondite ed indipendenti su tale aspetto dato che, ad oggi, non risultano esserci dati di questo tipo.

LE CONSEGUENZE SULLA SALUTE

La questione del rispetto dei limiti di legge rispetto alle emissioni del Forno inceneritore non è sufficiente: come è noto tali limiti sono fissati con il principio B.A.T. (Best Available Technology), cioè in base a quanto di meglio possano fare i filtri oggi e non alla certezza che tali limiti corrispondano ad una non pericolosità delle emissioni.

A tal proposito ricordiamo, per quanto riguarda gli effetti dell’incenerimento sulla salute umana, diversi studi eseguiti all’ estero (1,2,3 vedi note in calce alla lettera) e lo studio condotto da M. Franchini in Italia ( 4 -Annali Istituto Superiore Sanità 2004), la cui revisione raccoglie 46 differenti studi condotti su differenti campioni di esposizione.

Nella maggioranza di tali studi sono emerse correlazioni tra mortalità per neoplasie (14 studi su 23), malformazioni congenite (5 studi su 8), incidenza di tumori (10 su 15).

Citiamo inoltre le conclusioni dei 34 studi fatti dall’ ARPA dell’Emilia Romagna nelle aree sottoposte ad inquinamento da termovalorizzatori (progetto MONITER): “Nell’insieme, quindi, l’impatto sanitario degli inceneritori dell’Emilia-Romagna è contenuto, ma non essendo nullo, e data la presenza di altri fattori di pressione ambientale sulla popolazione, si raccomanda: […] l’adozione di politiche di gestione rifiuti che non creino ulteriore domanda di incenerimento, in linea con la gerarchia europea dei rifiuti e con generali considerazioni di sostenibilità”.

Un principio di prudenza e di precauzione spingerebbe gli amministratori, a cui sta a cuore la salute dei propri concittadini, a limitare l’incenerimento presso il forno alle sole quantità strettamente necessarie e non a importare rifiuti da fuori provincia e tanto meno ad ipotizzare accordi quadro con industrie e quant’altro per acquisire altri rifiuti da bruciare.

Il profitto economico non è una giustificazione sufficiente, a fronte dell’impatto sulla salute.

Spetta agli amministratori riprendersi il governo delle decisioni, laddove venga messo a repentaglio

il bene pubblico.

LA QUESTIONE ECONOMICA

Passando poi alla questione economica, l’investimento da fare sul teleriscaldamento (circa 50 milioni di € stando a quanto dichiarato da Silea) ha un pay-back legato essenzialmente al mantenimento delle quantità di rifiuti da bruciare. Con una tendenza alla diminuzione dei rifiuti residuali (come pianificato dalla Regione) si dovranno acquisire, come detto sopra, quantità sempre maggiori di rifiuti da fuori provincia o da fuori regione.

Non è scontato che ciò avvenga senza influenzare il piano di ammortamento.

Per questa ragione chiediamo che venga reso noto il piano finanziario del progetto in modo da chiarire su chi ricadrebbero gli oneri economici dell’operazione.

Si è anche letto ed ascoltato (da dichiarazioni Silea) che, nel caso in futuro si decida “politicamente” di non bruciare più i rifiuti, si potrà pensare una eventuale riconversione del teleriscaldamento a gas metano. Ciò equivale a dire che dopo aver speso i soldi sopra indicati per la realizzazione della rete e degli impianti, sarebbero necessari ulteriori investimenti (riconversione della cogenerazione) per alimentare il teleriscaldamento a gas. Si passerebbe da un combustibile (rifiuti) che per Silea costituisce un’entrata, ad un combustibile (gas metano) che costituisce un costo.

Per i cittadini i costi, rispetto alla situazione attuale, verrebbero gravati da quelli di struttura e di distribuzione dell’acqua surriscaldata e dipenderebbero da un fornitore (per ora pubblico) in regime di monopolio.

Non potranno più scegliere su un mercato libero come possono fare oggi.

Ci chiediamo che politica di incentivo poi farà Silea sulla raccolta differenziata a fronte della necessità di recuperare combustibile per il forno con teleriscaldamento in funzione. Già oggi non è chiaro quanto veramente del “sacco viola” venga riciclato ed avviato all’effettivo recupero di materia.

Il Direttore Generale di Silea in Consiglio Comunale a Civate ha affermato che vi sono grosse quantità (migliaia di tonnellate) di rifiuti differenziati di ritorno dall’impianto di Seruso al forno di Valmadrera, quantità superiori a quanto dichiarato dalle statistiche della Provincia.

Che senso ha ciò? Quanto traffico aggiuntivo viene generato sulle nostre strade con altro inquinamento (dalla raccolta domestica all’impianto Seruso di Verderio e poi da Verderio al forno di Valmadrera)?

Anche in questo caso, in nome della trasparenza, chiediamo di rendere pubblici i valori della differenziazione e dell’effettivo recupero di materia, con tutti i costi, i ricavi e le percentuali di ogni specifica tipologia di rifiuto.

LE PROPOSTE

A questo punto occorre anche avanzare delle proposte.

Come Coordinamento chiediamo che si cominci a pensare in modo diverso. Finché non avremo la volontà di attivare politiche differenti non possiamo pretendere che la situazione cambi. Incenerire materiali che possono essere recuperati per poi ricrearli da materie prime di cui il nostro paese è deficitario, ci sembra una pessima idea considerando i probabili effetti sull’ambiente e sulla salute.

Chiediamo che si cominci ad attuare la raccolta adottando la TARIFFA PUNTUALE. Ciò significa far pagare la tassa per la raccolta dei rifiuti ai nuclei familiari in proporzione alla propria produzione di rifiuti indifferenziati. Fino a che le persone non pagheranno economicamente i propri comportamenti non virtuosi la raccolta differenziata non potrà crescere ulteriormente. Tale tariffazione puntuale è già sperimentata dai cittadini di comuni vicini come Seveso, Lissone, Bellusco dove la raccolta differenziata ha raggiunto l’80% con il relativo dimezzamento delle quantità indifferenziate.

Chiediamo che i rifiuti residuali vengano sottoposti a PRE-TRATTAMENTO prima di essere scaricati nel forno. Non ha senso introdurre metalli che generano particolato pericoloso per poi recuperarli dalla cenere oppure bruciare materiali che possono essere riciclati e che non vengono differenziati, il tutto al fine di diminuire le quantità incenerite.

Per cercare di eliminare la parte residua che ancora rimarrà, la politica dovrà spingere l’industria a fare scelte per incentivare l’uso di imballi mono-materiali e dovrà limitare al minimo indispensabile l’utilizzo di tutto quanto non sia recuperabile. Pensiamo ad esempio all’uso dei sacchetti di plastica che solo qualche anno fa venivano utilizzati in gran quantità: oggi è normale andare al supermercato con la propria busta riutilizzabile.

E’ bastata una legge semplice per eliminare un’abitudine altamente inquinante.

Ci vorrà tempo e scelte innovative ma siamo sicuri che attuando queste proposte i benefici per tutti, sia in termini economici che di qualità di vita, saranno significativi.

Auspichiamo che anche voi Sindaci siate promotori di questa trasformazione a partire dalla non attuazione del progetto di teleriscaldamento alimentato a rifiuti.

Fonti citate per studi sanitari:

  • IEH Report on Health Effects of Waste Combustion Products. Medical Research Council, Institution for Environment and Health, Leicester UK, 1997
  • Waste Incineration & Public Health. National Research Council – Committee on health effects of Waste Incineration. National Academy Press, Washington D.C., 2000
  • Health risks from dioxin and related compounds. Evaluation of the EPA reassessment. The National Academy Press, Washington DC, 2006.
  • M. Franchini Istituto superiore di Sanità Health effects of exposure to waste incinerator emissions: a review of epidemiological studies 2004.

Coordinamento Rifiuti Zero Lecco: Legambiente, Circolo Ambiente Ilaria Alpi, Comitato Prealpino Cittadinanza Attiva, Qui Lecco Libera, L’Altra Via, WWF, Arci Civate, Gruppo Difesa Natura Suello, Associazione Monte di Brianza , Rete Donne Brianza, Cittadini residenti in provincia.

Contatti: rifiutizerolecco@gmail.comhttps://rifiutizerolecco.wordpress.com/

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