Acqua: da ”Sei Merate” un segnale positivo, nel rispetto rigoroso della Legge e dell’esito del referendum

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Finalmente un segnale, e per me anche positivo, dell'area politica nella quale mi colloco. La proposta del Comune di Merate è stata predisposta da un gruppo di lavoro, di cui mi onoro aver fatto parte, sulla base di precise indicazioni, del Sindaco Andrea Massironi e condivise da tutto il gruppo. Le indicazioni erano funzionali a realizzare gli stessi obiettivi contenuti nel comunicato di "Sei Merate". Basta rivedere le premesse della proposta per rendersene conto. L'unico obiettivo non espressamente esplicitato nella proposta, ma fermamente ribadito da Massironi in varie occasioni, è quello dell'assoluto rispetto delle leggi. Sarebbe stato pleonastico ribadirlo. Come scrivere in un documento che bisogna rispettare e applicare la Legge? E' forse possibile il contrario? Non credo.

Ma Massironi ha, inoltre, dichiarato in più occasioni, e già nell'assemblea di Idrolario del 2 ottobre scorso, che la proposta doveva essere considerata come un contributo alla discussione, fermi gli obiettivi.sei merate
Chi non ha voluto confrontarsi, cercando, magari anche in modo un po' goffo, di interpretare leggi in senso contrario per mantenere l'affidamento ad una società di 2° livello, non è stato Massironi ma qualcun altro che, poi, per difendere la posizione ha assunto toni aggressivi e contrari alla democrazia e alle più elementari regole dei rapporti tra Istituzioni. Ma vi sembra "corretto" che cinque sindaci dichiarino "irricevibile" la proposta di Merate? Perché non hanno usato, nel rispetto della libertà di opinioni, la locuzione "non condivisibile"? Questa, però, è storia di ieri. Oggi bisogna impegnare tutte le forze disponibili per realizzare quello che impone la legge e che ha voluto la maggioranza degli italiani con il referendum, per evitare il rischio dell'affidamento mediante gara. Cioè privatizzare la gestione dell'acqua.
Non è che qualcuno, attraverso un affidamento illegittimo e quindi impugnabile, stia creando le condizioni per la gara? Non è un'accusa, è solo una domanda.
E' un piacere constatare che a Merate, secondo comune della Provincia, tutte le componenti politiche presenti in Consiglio Comunale, si stiano compattando, di fatto, sulla proposta di Massironi superando le normali contrapposizioni politiche. E' un atteggiamento responsabile che deve essere apprezzato, magari anche imitato; ci saranno tanti momenti per la naturale e legittima battaglia politica.
Permettetemi solo di spiegare le ragioni di chi ha realizzato la proposta Merate relativamente a due questioni tecniche ma anche operative sollevate nel comunicato. E' la prima volta che qualcuno entra nel merito del percorso ed è doveroso spiegarle. Se qualcuno l'avesse fatto prima, probabilmente, non avremmo perso tanto tempo e sprecato inutilmente energie.
Il progetto si sviluppa, essenzialmente, in due fasi. La prima, con obiettivo l'uscita di Idroservice da LRH, proprio come sollecita "Sei Merate", può essere realizzata tecnicamente in due modi. La scissione (spin-off), che, però, richiederebbe troppo tempo e sarebbe troppo onerosa. Sarebbe, inoltre di difficile, se non quasi impossibile, realizzazione, per ragioni tecniche, essendo presenti comuni comaschi nella compagine sociale di L.R.H ai quali non si potrà assegnare quote di Idroservice.
Abbiamo, in presenza di queste problematiche, optato per il dividendo. Il dividendo, che può essere in natura (quote di partecipazione) o in denaro, è deliberato a maggioranza semplice dell'assemblea ordinaria della società, in questo caso Lario Reti Holding, società partecipata dagli stessi Comuni soci di Idrolario. La delibera si può assumere in nove giorni da quando viene convocata l'assemblea. Dalla data della delibera, quindi dal decimo giorno, si potrebbe procedere con le formalità di trasferimento delle quote con atti di estrema semplicità e un costo di € 216 per ogni Comune. Quindi, in linea puramente teorica, l'operazione è realizzabile in dieci giorni anche se, trattandosi di acquisizione di partecipazione in società, pur strumentali all'attività istituzionale dell'Ente Pubblico, è necessaria una preventiva delibera del Consiglio Comunale ai sensi dell'art. 42 del Testo Unico. I tempi, quindi, possono allungarsi in funzione della volontà politica e delle delibere dei Consigli Comunali, che sarebbero, comunque, necessarie anche nell'ipotesi dello spin-off.
Il dividendo rappresenta una riduzione del Patrimonio Netto di LRH, è chiaramente detto e illustrato nel progetto, ma questo avverrebbe in ogni caso con l'uscita di Idroservice da LRH. Non è assolutamente vero che l'operazione comporta un esborso, per LRH, di nove milioni di euro, come qualcuno afferma. L'unica eccezione tecnica sollevata con riguardo al dividendo è il rischio che i Comuni Comaschi, sempre loro, percependo un dividendo in denaro, possano eccepire circa la congruità di quanto percepito rispetto al valore delle quote assegnate ai Comuni Lecchesi. Potrebbe essere se Idroservice fosse una società commerciale con finalità di profitto perché in questo caso esisterebbe il valore di avviamento. Idroservice, però, affidataria del servizio in house, non può realizzare profitto e quindi è escluso il valore di avviamento. Questo principio è stato affermato dall'esperto nominato da Idrolario per la valutazione del ramo d'azienda da trasferire, non consentito dalla legge, a Idroservice. Una perizia non necessaria, onerosa che, magari, si vorrebbe replicare per affermare la stessa cosa.
L'ipotesi della fusione di Idrolario in Idroservice, che anche il gruppo di lavoro "progetto Merate" ha valutato, è logica e di buonsenso proprio per le ragioni illustrate nel comunicato. Purtroppo, però, non sempre la logica ed il buonsenso, coincidono con la tecnica e con le Leggi. Idrolario è proprietaria di reti, impianti e relative dotazioni che sono inalienabili ed incedibili, lo prevede lo statuto, il codice civile e una norma specifica per la gestione del settore idrico. La fusione di Idrolario in Idroservice comporta il trasferimento dei beni a Idroservice che non è consentito. Il contrario sarebbe perfettamente legittimo. La fusione di una società per incorporazione in una o nell'altra, sul piano pratico, è completamente indifferente. Nella fusione i beni, la struttura operativa, compresi i lavoratori, i debiti e i crediti, confluiscono in un'unica società e realizzano una nuova entità operativa. Sia in un caso che nell'altro. Non lo dico io, non è un'opinione, sono le regole giuridiche e ragionieristiche della fusione. Se le ragioni che dividono, non potendo essercene altre, sono il mantenimento di una o dell'altra denominazione, si potrebbe ricorrere ad una nuova denominazione, per Massironi questo non ha alcuna importanza (potrebbe essere Lario Service – ndr).
Le operazioni, come impostate, agevolano anche il percorso per avere in società tutti i Comuni con una quota di partecipazione proporzionale al numero di abitanti senza richiedere eccessivi sacrifici finanziari per eventuali conguagli o per l'ingresso dei Comuni oggi non soci. Massironi, sindaco di Merate, ha sempre escluso ogni ipotesi funzionale a rafforzare o difendere la posizione di Merate in Idrolario, il suo obiettivo è proprio il contrario. Altrettanto, forse, non si può dire per il Comune di Lecco e qualche altro strenuo difensore di una società di 2° livello.
Il gruppo di lavoro non ha potuto elaborare un progetto industriale e un piano finanziario non avendo disponibilità ed accesso alla documentazione aziendale e contabile. Senza la necessaria documentazione sarebbe stato un lavoro inutile, un semplice esercizio senza alcuna rispondenza alla realtà. Ha solo potuto fare un ipotesi sulla base dei bilanci ufficiali al 31.12.2013 che hanno consentito di rilevare la destinazione di proventi del settore idrico alla formazione dell'utile di LRH e non reinvestito nel miglioramento e sviluppo degli impianti e delle reti. Comportamento tassativamente vietato anche per effetto dell'abrogazione referendaria della remunerazione del capitale investito. Il solo recupero al servizio di queste somme garantirebbe un piano industriale e finanziario coerente e forse anche una riduzione della tariffa.
Non credo di aver risposto a tutti i dubbi che ragionevolmente esistono considerata la complessità della questione. Mi scuso e mi rendo disponibile a tutti gli approfondimenti, e anche critiche, purché siano garantiti gli obiettivi posti dal Sindaco di Merate e da "SEI MERATE". La soluzione non può essere solo politica ma deve, necessariamente, trovare la sua giusta collocazione tecnica per evitare i pasticci che spesso la politica crea. Importante è che i cittadini e i loro rappresentanti nei Comuni siano coscienti e consapevoli delle decisioni che devono assumere.
Ho solo espresso la mia opinione con la convinzione che il percorso delineato sia quello corretto.
Con il Comitato Lecchese Acqua Pubblico, al quale va riconosciuto il merito di non aver mai mollato e di non essere mai stato lo strumento di niente e di nessuno se non dell'acqua pubblica e dei beni comuni, non abbiamo abbandonato l'obiettivo finale dell'Azienda Speciale, che riteniamo l'unico strumento in grado di impedire quello che è successo nella nostra provincia in questi anni. Abbiamo solo ritenuto che il primo obiettivo dovesse essere la società di 1° livello senza la quale non avremmo alcuna possibilità di realizzare l'Azienda Speciale.